Politica migratoria europea in fiamme: il primo ministro ungherese dice no! Ecco cosa cambierà

Il primo ministro ungherese Viktor Orbán ha scatenato una discussione accesa sulla politica migratoria europea prima dell’inizio del vertice informale dei capi di stato e di governo a Granada. La questione della politica migratoria è diventata uno dei punti più delicati nei rapporti tra i paesi membri dell’Unione Europea. Le dichiarazioni di Orbán rappresentano un duro colpo per le relazioni internazionali del continente.
Orbán ha affermato che non è disposto ad accordarsi su alcun tipo di accordo in materia di immigrazione con gli altri leader europei, sostenendo che ciò sia politicamente impossibile per il suo paese. Ha inoltre accusato i paesi che hanno sostenuto di recente un accordo sul regolamento di crisi, una parte fondamentale del patto di asilo e immigrazione, di aver superato le linee rosse considerate accettabili dall’Ungheria. Orbán ha ribadito che in precedenza si era concordato che le decisioni in materia di politica migratoria sarebbero state prese per consenso e non a maggioranza qualificata, ma questa regola è stata cambiata, suscitando il suo netto dissenso.
Anche il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki ha espresso preoccupazione, affermando che l’Europa deve affrontare una scelta cruciale: accettare o respingere una massiccia immigrazione illegale. Morawiecki ha inoltre strumentalizzato la questione dell’immigrazione durante la campagna elettorale, attaccando il suo principale avversario politico Donald Tusk, accusandolo di aver accettato un patto migratorio che prevede la “ridistribuzione illegale” degli immigrati nel suo paese, anche se questa affermazione non rispecchia la realtà, poiché l’accordo non impone quote obbligatorie di distribuzione.
L’opposizione di Orbán e Morawiecki rappresenta una sfida significativa per gli sforzi dell’Unione Europea nel raggiungere un accordo su una politica migratoria comune. Questa divisione riflette la crescente polarizzazione all’interno dell’UE su questo tema cruciale e solleva interrogativi sul futuro delle politiche migratorie europee.
La questione dell’immigrazione è stata inserita nell’agenda del Consiglio Europeo informale, organizzato sotto la presidenza spagnola dell’UE, su richiesta del primo ministro italiano Giorgia Meloni. Meloni ha organizzato una conferenza parallela con altri cinque leader europei provenienti dal Regno Unito, dalla Francia, dai Paesi Bassi, dall’Albania e dalla Commissione Europea per discutere su come proteggere il continente europeo dalle attività delle mafie dei trafficanti di esseri umani. Inoltre, ha tenuto un incontro bilaterale con il cancelliere tedesco Olaf Scholz.
Questi sviluppi complicano ulteriormente la ricerca di un terreno comune all’interno dell’Unione Europea in materia di politica migratoria. Il futuro delle politiche migratorie europee rimane comunque ancora incerto, ma è evidente che i disaccordi tra i paesi membri continueranno ad influenzare il dibattito politico e le decisioni dell’Unione Europea nei prossimi anni.