La rivoluzione digitale dei musei italiani: quanto paghiamo per ad arte?

La rivoluzione digitale dei musei italiani: quanto paghiamo per ad arte?
Musei

Il Ministero della Cultura italiano sta avviando una rivoluzione digitale nei principali musei del paese attraverso un ambizioso progetto denominato Ad Arte. Questa iniziativa mira a creare una piattaforma unica per l’acquisto dei biglietti, coinvolgendo istituzioni culturali di grande prestigio, come gli Uffizi di Firenze e il parco archeologico del Colosseo a Roma. Tuttavia, il costo di questa innovativa iniziativa è notevole, ammontando a 1,218 milioni di euro, finanziato dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).

L’appalto per Ad Arte è stato assegnato a un consorzio guidato da Almaviva, una delle principali aziende italiane nel campo dell’informatica, in collaborazione con altre società come Almawave e Intellera. Questo progetto rientra in un contratto quadro per la digitalizzazione bandito da Consip, la centrale di acquisti della pubblica amministrazione italiana, che ha visto un notevole aumento nel 2022, portando a un incremento di 200 milioni di euro nei servizi per enti statali, tra cui il Ministero della Cultura.

Nonostante l’aggiudicazione del progetto avvenuta il 7 dicembre 2022, il documento ufficiale è stato reso pubblico solo il 9 novembre 2023, in seguito a una richiesta di accesso agli atti da parte di Wired. Questo solleva alcune questioni sulla trasparenza e sulla tempistica del progetto.

Il finanziamento per lo sviluppo di Ad Arte proviene dal Pnrr, con un’attenzione particolare alla digitalizzazione e all’accessibilità ai beni culturali. L’obiettivo principale è quello di rimuovere le barriere architettoniche, migliorare la formazione del personale e rendere i monumenti e i beni storici più accessibili al pubblico.

Tuttavia, Ad Arte va oltre la semplice gestione dei biglietti. La piattaforma è stata progettata per offrire servizi digitali ai musei, aree e parchi archeologici di appartenenza statale, al fine di migliorare l’esperienza degli utenti e coordinare l’attività culturale.

Nonostante l’aggiudicazione del progetto, Ad Arte non è ancora completamente operativa in molti dei principali musei italiani, che continuano a utilizzare le loro infrastrutture esistenti. I musei hanno tempo fino al 19 maggio 2023 per rescindere i contratti con i fornitori di biglietterie esterne, il che solleva ulteriori interrogativi sulla transizione verso questa nuova piattaforma e sul suo impatto sulle operazioni museali esistenti.

In conclusione, Ad Arte rappresenta un passo audace verso la digitalizzazione dei musei italiani, ma sorgono domande importanti riguardo ai costi, alle tempistiche e all’efficacia di questa iniziativa. Resta da vedere se questa rivoluzione digitale porterà i risultati sperati e se gli investimenti saranno giustificati dai benefici a lungo termine per la cultura italiana. La trasparenza e la cooperazione tra le istituzioni coinvolte saranno essenziali per il successo di questa ambiziosa iniziativa.